La vendemmia 2022 è stata ricca di soddisfazioni dal punto di vista agronomico. Il gran caldo e la scarsità di piogge non hanno intaccato la qualità del raccolto. Al contrario, le viti hanno dimostrato grande resilienza e hanno permesso portare in cantina uve sane e perfettamente mature.

A due mesi dalla vendemmia, però, come stanno i vini di Poggio Antico e che annata promettono? Lo abbiamo chiesto ad Alessio Sostegni, giovane enologo della tenuta. Classe 1989, toscano purosangue, è lui che si occupa di fermentazioni e affinamenti, accompagnando tutti i vini di Poggio Antico a raggiungere il traguardo della bottiglia.

Alessio, dal punto di vista dell’enologo, come è andata la stagione 2022?

Penso sia andata molto bene. Che le uve fossero di qualità lo si è visto fin dalla vendemmia, sono arrivate in cantina mature e microbiologicamente perfette, ovvero senza muffe marciumi. Le fermentazioni sono state regolari, senza problemi. Dai primi assaggi si nota che le estrazioni polifenoliche sono equilibrate, così come armonica è la presenza di alcool, bilanciata da una buona acidità. Ora i vini di Poggio Antico stanno affinando in legno, divisi per Unità di Suolo.

Come procede la vinificazione delle Unità di Suolo?

È davvero sorprendente come, l’altitudine dei nostri vigneti, esprima già in questi primi mesi le differenze tra le varie Unità di Suolo che abbiamo vendemmiato secondo la filosofia del «plot by plot». Le Unità “centrali” e meglio esposte si stanno evolvendo in complessità e struttura, mentre quelle più periferiche donano vini freschi e pronti: è la «sinfonia enoica» di Poggio Antico, che regala moltissime sfumature diverse di Sangiovese. In base agli assaggi e alle valutazioni, andremo così ad assemblare i nostri vini nella prossima primavera.

Cosa dobbiamo attenderci da questo 2022?

I vini del 2022 ricorderanno da vicino quelli dell’annata 2017, anch’essa molto calda. Non è semplice fare previsioni, ma tra 5 anni, quando i primi Brunello usciranno in bottiglia, li troveremo belli potenti, equilibrati, giustamente alcolici. Eppure freschi e pronti grazie a una bella spalla acida che garantirà un’ottima beva. Saranno vini che potranno essere bevuti subito, o potranno essere invecchiati a lungo (io consiglio di berli entro i 15 anni) grazie a un’innata longevità. 

Siamo quasi a Natale: ci consiglieresti una bottiglia per le feste?

Personalmente, io stapperò un Altero Brunello di Montalcino Docg 2012. Credo sia al culmine dell’evoluzione. Chi avrà la fortuna di assaggiarlo, noterà la perfetta concentrazione: tanta frutta e potenza. Con il tempo diventerà un vino più amabile e vellutato, ricco di aromi di tipo terziario. Io però lo preferisco ancora scalpitante, bello «esplosivo».